Claudio Costa (Tirana, 22 giugno 1942- Genova, 2 luglio 1995) artista poliedrico, è una delle figure più significative dell’arte italiana ed europea. Cresciuto a Chiavari, in Liguria, nel 1961 si iscrive alla facoltà di architettura al Politecnico di Milano. Nel 1964 vince una borsa di studio per l’incisione indetta dal governo francese e, trasferitosi a Parigi, lavora presso l’atelier Hayter dove conosce Marcel Duchamp. Dal 1969 si propone all’attenzione della critica nazionale ed internazionale per la sua ricerca artistica rivolta agli scenari antropologici della cultura. Il suo linguaggio legato dialetticamente alle ipotesi concettuali di Marcel Duchamp, presenta delle tipologie che saranno presto seguite da altri artisti americani ed europei che, sotto la sua “guida”, andranno a comporre di lì a poco una tendenza divenuta famosa come “arte antropologica”. Agli inizi degli anni ’70, concentrato sulla paleontologia, inizia un lavoro sulla ricostruzione di uomini primitivi e pubblica Evoluzione-Involuzione, testo scientifico che scandaglia le sue teorie antropologiche. Parte per il Marocco alla ricerca di culture incontaminate e da questa esperienza nasce il libro “Due esercizi di antropologia”. Grazie ai contatti con il Museo di Wellington e con l’esploratore Thor Heyerdahl realizza un importante lavoro sulla popolazione neozelandese dei Maori. Nel 1975, affascinato dalla cultura contadina, fonda a Monteghirfo, paese dell’entroterra ligure vicino ai luoghi della sua infanzia, il “Museo di antropologia attiva” basando il suo pensiero teorico sul rovesciamento del “readymade”: infatti, se Duchamp dichiara opera d’arte l’oggetto spostato nel museo, Costa-al contrario- applica lo spostamento del museo attorno all’oggetto. Un museo della civiltà contadina, dunque, ma anche museo della memoria. Ritiene che per vivere il presente e proiettarsi nel futuro sia fondamentale conoscere il proprio passato, specie quello remotissimo. Nel ‘ 77 teorizza il “Work in regress “ in contrapposizione al “Work in progress” di James Joyce: un lavoro che caratterizza tutto il suo percorso creativo. Dopo una serie di esposizioni in Germania è presente a Documenta 6 , Kassel, dove, nella sezione “Archeologia degli umani”, conclude il ciclo antropologico con il lavoro “Antropologia riseppellita”.
La scoperta della tradizione ermetica lo indirizza verso lo studio “della filosofia e della magia naturali”. L’alchimia in questo momento si fa oggetto di studio. Il lavoro strettamente alchemico culminerà con la partecipazione, nel 1986, alla Biennale di Venezia nella sezione “Arte e Alchimia” curata da Arturo Schwarz con l’opera “Diva bottiglia (per un Museo dell’Alchimia)”. Nel 1981, invitato alla mostra “Mythos und Rituals” alla Kunsthause di Zurigo, conosce Joseph Beuys che diventerà un altro forte punto di riferimento. Trasferisce il suo studio nell’ex ospedale psichiatrico di Genova-Quarto dove lavora come arte-terapeuta. Nel 1988 vi fonda l’Istituto delle Materie e Forme Inconsapevoli, focalizzato sulle problematiche volte allo sviluppo della creatività nell’ambito psichiatrico. Costa incentiva incontri e relazioni con personalità della cultura e nel 1992, come naturale emanazione dell’istituto, fonda il Museo Attivo delle Forme Inconsapevoli che raccoglie opere di artisti professionisti e pazienti psichiatrici. Con Jakob De Chirico, Angelica Thomas, Antonino Bove e Igor Sacharov Ross è protagonista del gruppo Kraftzellen-Cellule di Energia. Nel 1991 Bonito Oliva lo invita a “Ubi Fluxus, ibi motus” XLIV Biennale di Venezia. Dal 1989 al 1992 compie numerosi viaggi in Africa dichiarando “opera d’arte” l’Africa settentrionale. Di lui hanno scritto i maggiori critici italiani ed europei : da Corrado Maltese ad Achille Bonito Oliva, da Renato Barilli a Rossana Bossaglia, da Rudi Fucs ad Arturo Schwarz e altri ancora.
Per biografia completa —->www.archivioclaudiocosta.com/biografia/
Claudio Costa, 1994, Merano, Cena Bianco e Nera, Pari&Dispari
La collaborazione tra Claudio Costa e Rosanna Chiessi/Pari&Dispari si sviluppa tra la seconda metà degli anni ’80 e il 1994. Rosanna Chiessi durante oltre 50 anni di attività nel campo dell’arte è stata editore, organizzatrice di eventi, festival ed esposizioni ed ha partecipato alle fiere internazionali più
importanti, tra cui Basilea, Dusseldorf, Colonia, Bologna. Nel 1973 prende contatti con il movimento Fluxus e l’Azionismo Viennese. Questi movimenti furono fondamentali per la Pari&Dispari: si producono edizioni rare, mostre, eventi, performance, installazioni e concerti. Nella sua casa di Cavriago dal 1976 al 1989 passano i principali artisti del’Azionismo Viennese quali, Hermann Nitsch, Gerhard Rühm, del movimento Fluxus quali, Dick Higgins, Joe Jones, Alison Knowles, Nam June Paik, Charlotte Moorman, delle avanguardie italiane quali, Arrigo Lora Totino, Jakob De Chirico, Luigi Mainolfi, Corrado Costa e si svolgono numerosi festivals internazionali che coinvolgono tutto il paese. In particolare nel 1988 promuove due eventi che vedono tra i protagonisti l’artista Claudio Costa: Umori Naturali in aprile e Il Vino e le Rose in maggio. Umori Naturali è la mostra che Pari&Dispari organizza in collaborazione col Comune di Reggio Emilia nel 1988. Il titolo si riferisce alla ricerca di un minimo comune denominatore tra la natura, l’arte e l’uomo e il colore viene identificato come comune denominatore. I sette colori dell’arcobaleno sono affidati a sette artisti, sette fotografi e sette scrittori. Ad esempio il colore bianco verrà affrontato dalla fotografia di Berengo Gardin, dalla penna di Corrado Costa e da un’opera di Claudio Costa.
Opera di Claudio Costa ad Umori Naturali e fotografia dell’inaugurazione
Il Vino e le rose, 1988, appartiene alla serie di eventi tematici, svolti in maggio (Feste di maggio) che Rosanna Chiessi/Pari&Dispari organizzava tutti gli anni a Cavriago. La mostra di 30 artisti ha il suo culmine in una proposta di una Pinacoteca del vino, che viene presentata alla principale azienda produttrice di vino della provincia di Reggio Emilia. Tra i partecipanti all’esposizione Il vino e le rose si ricordano Claudio Costa, Jakob De Chirico, Kurt Hofer, Margaret Raspè, William Xerra, Graziano Pompili, Miro Zagnoli, Fatma Lotha.
Negli anni novanta Rosanna Chiessi vive a casa Malaparte a Capri ed in accordo con gli eredi dello scrittore, proprietari della famosa casa, organizza eventi culturali ed happening, invitando artisti tra i quali Allan Kaprow, Hermann Nitsch e Mimmo Rotella. A capodanno del 1992 Claudio Costa con Philip Corner, Jakob De Chirico, Angelica Thomas sono ospitati a Casa Malaparte e realizzano installazioni, opere, disegni collettivi. La scultura di Claudio Costa “Nassa” è realizzata all’esterno della casa
Tra i progetti più singolari di Rosanna Chiessi, legati alla promozione dell’arte nelle diverse forme espressive che possono arricchire la vita quotidiana e la ritualità sociale, è da ricordare quello delle Cene colorate. Rosanna ha ideato questo progetto durante un soggiorno a New York tra il 1988 e il 1989 partendo dall’idea del gusto del colore. L’idea è quella di unire arte e cucina dove lo chef e l’artista progettano, creano e realizzano una cena in base ad un colore prestabilito. La cena, intesa come convivium è un importante momento di socializzazione e di scambio di esperienze oltre che occasione di apprendimento. Rosanna Chiessi invita artisti famosi, note personalità della cultura e dell’economia organizzando le cene in luoghi noti e suggestivi come casa Malaparte a Capri, la Giudecca a Venezia. Le cene realizzate sono 8 tra il 1990 e il 1999. Nel giugno del 1994 si svolge La cena bianca nera progettata da Rosanna Chiessi e Art Gallery Foffl di Herta Torggler per la città di Merano. Il progetto complessivo Arte Cibo Colore si svolge in parte nella galleria, con un’esposizione delle opere create per l’evento e in parte nel ristorante Andrea, dove ha luogo la cena bianca e nera. Gli artisti invitati sono Claudio Costa, Denis Santachiara, Hsiao Chin, Philip Corner, Ugo Dossi, Angelica Thomas, Mariolina Amato, Franco Vaccari, Silvia Guberti, Christina Kufrush, Gianluca Balocco, Ulrich Egger. I 12 artisti allestiscono 12 tavoli da 6 persone in base al tema della serata dove i commensali, poi, avrebbero cenato con il menù elaborato dallo chef Walter Oberrauch.
Cena Bianca e Nera
Opera di Claudio Costa
Claudio Costa e Ugo Dossi