Riccardo Dalisi (Potenza, 1931) nasce come architetto e designer per divenire anche artista visivo negli anni ‘90. Vede le sue opere presenti in numerose collezioni private e nei più prestigiosi musei europei, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il Frac Centre di Orléans e il museo Madre di Napoli, e d’oltreoceano. Riccardo Dalisi introduce nel design il folclore, la manualità artigianale, i materiali poveri e antichi, unisce ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica come via regia della sua vita. Nella sua ricerca espressiva, che spazia nel mitico, nell’arcaico, nel sacro, i materiali poveri (ferro, rame, ottone) sono impiegati con manualità artigiana. Dalisi appartiene a quella generazione di architetti cresciuti sulle ceneri di un razionalismo ormai in crisi. Si laurea a Napoli nel 1957, e, allievo di Della Sala, che aveva lavorato con Gropius, impara da lui l’incontentabilità: non essere mai soddisfatti dei risultati, lasciarsi stimolare anche dall’errore, una variabile che apre spazi mai programmabili. Nel 1967 scrive Forma, Intervallo, Spazio; nel 1969 prende la libera docenza all’Università. Nel 1970 scrive Architettura dell’imprevedibilità, in cui lo spazio viene interpretato secondo le regole della geometria generativa. Le sue esperienze al Rione Traiano di Napoli degli anni ’70 sono un importante riferimento alla ricerca della Global Tools. Seguono gli studi su Gaudì, sulla caffettiera napoletana (nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana), il lavoro per importanti aziende (Zabro, Zanotta, Alessi, Oluce, Playline, Morphos, Fiat, Munari, Kleis, Baleri, Rex, Slamp, Eschenbach, W.M.F., Rosenthal, Ritzenhoff, Il Cocchio, Glass, Bisazza, ed altre), la collaborazione con la Soprintendenza di Napoli e la docenza all’Università. Negli ultimi trent’anni anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l’architettura, il design, la scultura, la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona. Nel 2009, dopo lunga ricerca preparatoria, ha presentato, in collaborazione con la Triennale di Milano e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la prima edizione del Premio Compasso di Latta, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della eco-compatibilità e della decrescita. Nel 2014 ha vinto il secondo Compasso d’Oro per il suo impegno nel sociale.
Collaborazione di Riccardo Dalisi con Rosanna Chiessi/Pari&Dispari
Già dalla metà degli anni ’80 Riccardo Dalisi è protagonista degli eventi organizzati da Rosanna Chiessi. Nel 1984 partecipa al Fascino della carta, evento che si svolge in diversi luoghi di Reggio Emilia e ha la carta come materiale privilegiato e filo conduttore di tutte le opere e le performance dell’evento. Non a caso tra le attività cavriaghesi di Rosanna Chiessi era proprio la produzione di carta a mano, che gli artisti poi adoperavano per le loro creazioni. Riccardo Dalisi realizza per il Fascino della carta una Grattugia di carta che viene esposta nella piazza di Cavriago.
Dall’inizio degli anni ’90 Rosanna Chiessi inizia la collaborazione con gli eredi di Curzio Malaparte per l’organizzazione di eventi culturali con artisti contemporanei nella famosa casa di Capri, costruita dallo scrittore sullo stretto promontorio di Capo Massullo. Nell’arco degli anni ’90 decine di artisti (Margaret Raspè, Jakob De Chirico, Ben Patterson, Allan Kaprow, Daniele Lombardi, Giuseppe Desiato, Tufano; Mimmo Rotella, Georg Jappe, Geoff Hendricks, Hermann Nitsch, Luciano D’Alessandro e tanti altri) soggiornano e creano opere ispirandosi quasi sempre a casa Malaparte e allo straordinario paesaggio circostante. Nel 1992 l’architetto designer ed artista Riccardo Dalisi progetta e realizza Bricco/teiera Malaparte in ottone.
I due bricchi sono un prototipo di teiera ispirati a casa Malaparte e si inseriscono nella scia della sua ricerca espressiva, che spazia nel mitico, nell’arcaico con l’utilizzo di materiali poveri (ferro, rame, ottone), impiegati con manualità artigiana. Già nel 1981 Dalisi riceve il Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana, prodotta poi da Alessi. L’architetto racconta:«Quando ho iniziato a progettare le prime caffettiere, mi facevo realizzare i prototipi da un artigiano di Napoli, Don Vincenzo, che svolgeva un lavoro impeccabile. L’unico problema era che non mi voleva incontrare: lasciavo lo schizzo del progetto al nipote e lui, dopo qualche giorno, mi faceva recapitare il modellino, perfetto, in una scatola».
Riccardo Dalisi, 1992, casa Malaparte, bricco/teiera. I bricchi sono stati esposti nel novembre del 1993 a Torino al Lingotto in una mostra dedicata alle opere prodotte a casa Malaparte.
Riccardo Dalisi e Rosanna Chiessi sulla scalinata di Casa Malaparte con il bricco, 1992
Riccrdo Dalisi con il fotografo Luciano D’Alessandro, scalinata Casa Malaparte, 1992, con il prototipo bricco/teiera