Yasuo Sumi (1925-2015) è tra i principali action painters del movimento Gutai (sinonimo di concretezza), la corrente più originale e profonda data dalla cultura giapponese all’arte del Novecento. I suoi aderenti si prefiggono di produrre opere sempre nuove e moderne, senza precludersi alcun mezzo, così dall’informale si passa ad esibizioni dal vivo atte a stupire e coinvolgere emotivamente lo spettatore. La sostanza prediletta della creatività Gutai è il colore, colato, sparso, battuto, esploso, mentre gli strumenti, gli oggetti e il corpo stesso degli artisti sono i mezzi attraverso i quali l’espressione imprime la sua energia alla materia artistica, lasciandovi le impronte che creano l’opera. Tra i principali esponenti del Gutai Sumi è ricordato per il suo approccio unico alla pittura, che prevedeva l’uso di strumenti inconsueti come ombrelli, abachi e massaggiatori elettrici, con i quali applicava e distribuiva la vernice in gesti dinamici e non prevedibili. Questa tecnica gli permetteva di creare opere dense di movimento, caratterizzate da una grande energia.
Yasuo Sumi, Rosanna Chiessi e Andrea Mardegan, Reggio Emilia, 2005 (Foto A. Sassi)
Dopo essere entrato nel Gutai nel 1955 Sumi ha portato avanti le proprie ricerche artistiche dialogando attivamente da una parte con l’altro grande protagonista del Gutai Shozo Shimamoto, dall’altra con le correnti di giovani artisti contemporanei che dal Gutai hanno tratto ispirazione, a cominciare dal Gruppo AU (Art Unidentified). Sumi è stato invitato ad esporre nei maggiori istituti, gallerie e musei giapponesi e internazionali, in particolare: Tokyo, Kyoto, Hyogo, Osaka, Ashiya, Ciba, Galerie National du Jeu de Paume, Parigi; Martha Jackson Gallery e New York Cultural Exchange Center; Museo di Arte Contemporanea, Roma; Torino; Art Center, Milano; Helsinki; Rotterdam ed ancora in Canada, Inghilterra, Australia, Cina, Napoli, Capri, Reggio Emilia, Genova, Pieve di Cento e 45^ Biennale di Venezia.
Le strade tra gli esponenti Gutai Yasuo Sumi e Shozo Shimamoto e Pari&Dispari si incrociano nel 2004 quando Rosanna Chiessi conosce l’interprete e stretto assistente di Shimamoto, Andrea Mardegan. Rosanna racconta che il movimento artistico Gutai era tra le sue passioni artistiche più grandi, ma non aveva mai trovato la strada per entrare in contatto con gli artisti del movimento. In 10 anni Rosanna organizza oltre 20 eventi e fonda nel 2007 l’Associazione Shozo Simamoto, di cui è presidente fino alla sua scomparsa nel 2016.
Sumi, 2005, Reggio Emilia
La seguente selezione di opere presenti nell’Archivio Pari&Dispari testimonia la collaborazione tra Yasuo Sumi e Rosanna Chiessi ed il percorso culturale del maestro.
Yasuo Sumi, Work on Japanese paper o2, ID 55, 2007, enamel and ink on Japanesepaper, abacus and vibrator, cm 94 x 63, front and back.
Yasuo Sumi, Certosa di Capri, canvas 05, ID 99, 2008, acrylic and japanese ink on light canvas, cm 155 x 152. Performance in Capri.
Yasuo Sumi, Work on Japanese paper o4, ID 106, 2008, acrylic and japanese ink on light canvas, cm 77 x 53. Performance in Capri.
Yasuo Sumi, Jp, Work 32, mixed media on net, cm 120 x 140, 1958
Performance Yasuo Sumi, Certosa in Capri 03, Italy, ID 97, 9 may 2008. Acrylic and Japanese ink on light canvas. cm 246 x 156
Yasuo Sumi, ID 25, Itami 2005, work made on fabric using an abacus to spread Japanese ink, cm 49 x 81