23 Giugno 2019

Ann Noël, 10 Lettere da Berlino

Nel 1945, al termine della Seconda Guerra Mondiale, le grandi potenze che avevano sconfitto il pericolo nazista decisero di dividere la Germania in quattro zone di occupazione controllate da Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Unione Sovietica. Iniziano gli anni della Guerra Fredda e Berlino era di fatto un avamposto occidentale nel blocco sovietico. Tra il 1948 e il 1949 si creò un pericoloso stato di tensione che rischiò di mettere a rischio la pace appena riconquistata: i sovietici bloccarono tutti gli accessi a Berlino per spingere le potenze occidentali ad abbandonare la città. Gli Stati Uniti elusero l’accerchiamento con un ponte aereo per trasportare merci e persone e la situazione si risolse nel 1949 quando le zone della Germania sotto l’influenza di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti si riunirono nella Repubblica federale tedesca, mentre ad est si costituì la Repubblica democratica tedesca (DDR). Tra il 1949 e il 1961 due milioni e mezzo di tedeschi dall’Est emigrarono a Ovest passando da Berlino. Fu così che i sovietici in accordo con il governo della DDR decisero di fermare questo esodo di lavoratori e cervelli costruendo nella notte tra l’11 ed il 12 agosto del 1961 un muro e da allora oltrepassare il muro senza specifiche autorizzazioni, visti diplomatici o turistici era tassativamente vietato visto che le guardie armate messe a sorveglianza del confine avevano l’ordine di sparare contro chiunque tentasse di scavalcare. La situazione iniziò a cambiare negli anni ’80 con l’ascesa del nuovo leader Mikhail Gorbaciov. Il segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica fu portatore di una serie di riforme democratiche che presero il nome di glásnost e perestroika alla base del processo di dissoluzione dell’URSS e della riunificazione della Germania. Nel 1989, dopo una serie di proteste spontanee dei cittadini di Berlino, il governo della DDR annunciò all’improvviso che era di nuovo possibile viaggiare liberamente verso la Germania ovest e il 9 novembre i berlinesi accorsero armati di piccone per demolire il muro.

Ann Noël – arista inglese, pittrice, grafica, fotografa e performer, in stretta relazione con il movimento Fluxus, che nel 1980 si è trasferita con il marito (artista Fluxus) Emmett Williams ed il figlio a Berlino Ovest – racconta in 10 lettere inviate ad amici ed artisti, nel periodo 8 – 30 novembre 1989, le vicende di quei giorni fenomenali, intrecciando notizie personali con gli eventi politici che coinvolgono Berlino. Le lettere, eccezionali testimonianze di storia, arte e vita quotidiana, sono raccolte in un’edizione Pari&Dispari, 1989, Cavriago,  in 30 esemplari, carta a mano, realizzata nel laboratorio di Rosanna Chiessi, stampata in serigrafia dalla Web. Le lettere sono inviate a Garry Kennedy (artista concettuale canadese di Halifax, in Nuova Scozia), a Barney Kirchhoff (editore Paris Herald tribune), Wolfang Hainke ( artista tedesco che opera nei settori incisioni, performance, mail art e multipli), Joan Logue (artista video americana), Marlene Frei (gallerista ed editrice di arte contemporanea svizzera), AY-O (artista Fluxus giapponese), Yarostaw Koztowski (artista concettuale polacco), Nan Hoover (artista video, fotografia e performance olandese), Alison Knowles (artista Fluxus statunitense), Christina Stack (artista statunitense).

Vedi l’edizione 10 Lettere da Berlino

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