28 gennaio-17 febbraio 2011 . SHOZO SHIMAMOTO IN MOSTRA PER LA PRIMA VOLTA A BOLOGNA NELLA BASILICA DI SANTO STEFANO
Per la prima volta a Bologna le opere di Shozo Shimamoto. L’eccezionale evento culturale sarà ospitato dal 28 gennaio al 17 febbraio 2011 nella suggestiva cornice della Basilica di Santo Stefano. L’esposizione, curata da Achille Bonito Oliva, è stata organizzata dall’Associazione Shozo Shimamoto in collaborazione con Fondazione Morra e Archivio Pari&Dispari ed è inserita nell’ambito del calendario di Artefiera Off. La mostra si propone di far conoscere le opere più significative del Maestro giapponese cofondatore del Movimento Gutai. Relative alle ultime performances realizzate in Italia nel 2007 e 2008.
Il “Movimento d’Arte concreta Gutai” nacque nel 1954 in Giappone e più precisamente nei grandi magazzini Kinetsu di Osaka. Ai suoi componenti principali, Jiro Yoshihara e Shozo Shimamoto, si unirono altri nomi di spicco e tutti crearono una serie di opere innovative che anticiparono i più importanti movimenti interdisciplinari dell’occidente quali l’happening, la performance, l’arte concettuale e l’azionismo.
Questo movimento indaga il rapporto tra spirito e materia, l’incontro/scontro tra filosofia zen e cultura occidentale. Gutai rappresenta quindi la sintesi tra il recupero di valori dimenticati, distrutti e azzerati da eventi devastanti quali la Seconda Guerra Mondiale e la contaminazione con culture esogene a quella giapponese, in primis quella americana. Pittura, calligrafismo, scultura ma anche performance, azioni, opere teatrali, improvvisazioni (sempre con un forte coinvolgimento del pubblico) sono la cifra stilistica di questo movimento che ha sempre mirato al superamento del concetto di arte tradizionale. Questa avanguardia anticipa significativamente il movimento Fluxus, le esperienze avanguardiste occidentali degli anni Sessanta fino ad influenzare l’arte moderna dell’espressionismo americano.
L’accurata selezione di grandi opere del Maestro Shozo Shimamoto, esposte per la prima volta a Bologna, introduce il visitatore in un mondo di colore e materia, dove domina la forza delle variazioni di miscele colorate dettate dalla sapiente gestualità zen che si sprigiona durante le sue performances. L’intensità del gesto e la concretezza della materia rappresentano il dualismo fondamentale dell’arte di Shimamoto, l’unione delle quali afferma in modo prorompente la profonda vitalità della sua arte. Le opere delle recenti performances italiane, realizzate con la “antitecnica” del bottle crash, verranno poi integrate nella loro presentazione da una specifica documentazione video che ci racconta di un’energia prorompente, capace di toccare e scatenare profonde pulsioni ed emozioni. La materia pittorica si connette intimamente con la casualità gravitazionale e atmosferica dettata dalla concretezza del Mondo per fondersi in una Super Nova visibile e tattile. La consistenza materica del colore, quindi, diventa la vera protagonista dell’arte di Shimamoto che, proclamando la “messa al bando del pennello”, rivendicava la liceità dell’utilizzo di qualsiasi strumento – dalle mani alla spatola, dal lancio di bottiglie ai bicchieri pieni di colore – per fare arte.
L’associazione Shozo Shimamoto, organizzatrice della mostra, è stata fondata in Italia e in Giappone nell’ottobre del 2007. Organizzazione no-profit, ha lo scopo di promuovere in Italia e nel mondo la ricerca artistica di Shimamoto e per questo è molto attiva nel campo della comunicazione con l’organizzazione di workshop, stage, conferenze e seminari incentrati sulla figura e opera del Maestro giapponese. L’associazione, poi, si occupa anche della certificazione d’autenticità delle opere di Shozo Shimamoto, sia in Italia che nel resto del mondo, con l’obiettivo di formare un archivio generale dell’artista.